Dunque
già sessant'anni
fa il pessimista di turno intonava il «de profundis» alla
crittografia. Credo di aver visto altri articoli come questo precedenti
al 1938. Nella mia trentennale attività di crittografo ho
letto nume-rose altre diagnosi negative scritte in tempi recenti.
Non metto in dubbio che molto spesso appaiono critto-grafie o parti
di esse che hanno il sapore di «dèjà vu». «A
volte ritornano», come recita il titolo d'un noto
film di Tom McLoughlin, ma obietto che anche gli altri settori
dell' Enigmistica
Classica risentono di questo problema riproponendo di continuo
idee già conosciute. Sono però fermamente convinto
che la produzione crittografica degli ultimi trent'anni sia di
gran lunga superiore a quella precedente.
In tempi più recenti
troviamo enigmisti di grande prestigio che sovrastano nettamente
i nostri predecessori e se si considera
che oggi non vengono ammessi - nelle crittografie con chiavi «meccaniche» -
alcuni errori tecnici in uso un tempo (come la ripetizione tra
le due letture di preposizioni semplici, articoli e, molto spesso,
addirittura sostantivi e aggettivi) mi sembra di poter affermare
che attualmente si è raggiunto un livello compositivo davvero
notevole, sorretto da tecniche e ricerche sempre più sofisticate.
Per suffragare questa affermazione basterebbe studiare la produzione
crittografica che ha preceduto gli anni 70 e confrontarla con quella
successiva. Il salto di qualità è evidente e può essere
facilmente verificato studiando le varie annate delle riviste accademiche.
Probabilmente, fra qualche decina d'anni, si affermerà la
stessa cosa riferendosi al nostro periodo, cosa che naturalmente
tutti auspichiamo.
Ecco, dunque, un esempio di come può essere
confutata la tesi pessimistica degli articolisti d'un tempo. E
il continuo afflusso
di nuovi crittografi nelle nostre schiere ci autorizza a vedere
un futuro tinto di rosa.
Uno qualunque, come ho già detto,
sottolineava, nel suo articolo, la mancanza di un repertorio crittografico.
Il nostro
collega d'allora si sentirebbe appagato oggi: vedrebbe una serie
di testi scritti per questo scopo. Mi piace, così, ricordare
chi ha preceduto Achille.
La prima a registrare i nostri giochi
fu La Principessa Lontana con un manoscritto. Seguì Dameta,
che elencò 16.500
crittografie pubblicate dai periodici specializzati dal 1937 al
1957 in sette volumi, riproducendoli in più esemplari, donati
ai direttori di rivista dell'epoca. |
Poi
giunse Medameo,
il fenomeno che ricopiò a mano tutte le crittografie rintracciate
dal 1877 al marzo 1991. Lavoro doppio se si considera che l'autore
aveva dapprima annotato tutti i giochi su striscette di carta
successivamente trascritti in bella copia per la prima serie
di volumi, i quali elencavano migliaia e migliaia di crittografie
in ordine di esposto. Quando Medameo si rese conto che
i repertori servono quasi unicamente per la consultazione dei
giochi «già fatti» non
si perse d'animo e per la terza volta ricompilò tutte
le crittografie, stavolta in ordine di soluzione! Pur non essendo
completa (in seguito si notò che nei «medamei» mancano
migliaia di crittografie perché l'autore non ebbe la possibilità di
consultare diverse annate di riviste), mi pare doveroso un tributo
alla sua memoria, perché fu proprio grazie a lui che si
ebbe per la prima volta una raccolta organica e monumentale a
stampa.
Dopo la pubblicazione dei volumi
della I
serie di Medameo, Ilion registrò in
ordine di soluzione le crittografie «a
frase» e le crittografie «mnemoniche» in alcuni
volumetti dattiloscritti che destinò alle riviste di Enigmistica
Classica. Serse Poli, per suo uso e diletto (e per la prima volta
con l'impiego del computer), memorizzò tutti i suddetti
volumi in ordine di soluzione, anticipando così la II
serie di Medameo.
E veniamo finalmente ad Achille.
Avendo seguito - pur se da spettatore - il suo lavoro, mi sono
reso conto della grande
cura e precisione
con cui sono state archiviate le crittografie che costituiscono
l'aggiornamento 1991-1997. Tutti i giochi elencati in questo volume
sono tratti dalle riviste «classiche» e «popolari».
Il repertorio comprende circa 10.000 giochi elencati in ordine
alfabetico di soluzione.
Ribadisco che tali volumi servono
quasi sempre per la consultazione del «già fatto»:
sappiamo che una crittografia «semplice»,
ad esempio, potrebbe, in taluni casi, essere presentata come «sinonimica» o
come «perifrastica» e viceversa. Con la catalogaziene
promiscua sarà sufficiente consultare una sola volta la
pagina con la frase da controllare. Gli enigmisti che adopereranno
l'«achille» come oggetto di studio, per il valore
archivistico o per semplice lettura, non avranno nessuna difficoltà a
trovare ciò che interessa, aiutati anche da una completa
e ben ordinata «legenda».
Un sentito grazie va all' "Associazione
'G.Panini'- Archivi Modenesi" che, tramite la B.E.I., ha reso
possibile questa pubblicazione.
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