Ecco
perché Bajardo,
quando volle sapere vita e miracoli.... enigmistici di Brigliadoro
si rivolse a me per informazioni esatte: però li per lì,
sembrerà strano ma è vero, io non seppi che rispondergli
perché era quello un punto oscuro, nebuloso e incerto della
vita del mio amico indivisibile, ma promisi al signor Tolosani
di dargli le informazioni desiderate, il giorno dopo, e così fu.
La sera stessa, andando a pranzo, come al solito
con Ugone, lo guardavo in quel suo muso nero e vedevo che mangiava
beatamente...
quanto me, una buona bistecca sanguinolenta: non ebbi coraggio
d'interrompergli il pasto cruento con dimande estranee al desinare,
e attesi l'ora del chilo. E il momento fu bene scelto, perché è quello
appunto in cui Brigliadoro si sbottona più volentieri; lo
presi a braccetto, e colla scusa di fumare all'aria libera il «rotoletto
bruno e ben tornito» che in prosa chiamasi : un toscano,
lo condussi a passeggiare pe' Lungarni.
Era un bel lume di luna: sembravamo (Dio ci scampi
e liberi!) due sposini di fresco, o due innamorati: arrivando sotto
un lampione semispento, mi fermai, lo guardai negli occhiali che
formano parte integrante del suo viso e gli dissi a bruciapelo
: — Amico, come e quando ti trasformasti da semplico mortale
in Enigmista?... — Come divenni Enigmista?! - mi rispose
coll' aria d' uom che sogna... — Appunto! — Anzi tutto, — egli
riprese — sono, io, Enigmista? — Cioè?! — Voglio
dire che questo titolo lo credo troppo azzardato per le mie virtù edipee,
e se ti piace, ti dirò piuttosto come divenni Enigmografo. — Ma... — Niente
ma: dammi un fiammifero, perché a sigaro spento le idee
mi si abbuiano, e poi ascoltami. —
E riacceso l'eterno toscano, cominciò cosi:
— Enigmista è colui, secondo me,
che sa unire alla completa conoscenza della meccanica de' giuochi,
derivata in gran parte da lunga pratica, la padronanza assoluta
del verso e della rima: ecco perché de' veri Enigmisti ce
ne sono pochi. Enigmografo sarò io che scrivo, forse troppo,
d'enigmi, usando od abusando di una certa facilità di verso,
e dimenticandomi, poeticamente egoista, che forse, mentre mi diverto,
annoio chi mi legge. Enigmofilo si nasce quasi sempre, o si diviene
quasi subito alla prima scintilla che dà fuoco all'incendio,
e io lo sono, come molti altri, senza dubbio, non per partito preso,
ma per naturale inclinazione, perché amo sinceramente questa
utile arte geniale, pur troppo e spesso confusa con un divertimento
da bimbi. Per dirti, dunque, come da Enigmofilo divenni Enigmografo,
per quanto mi ricordi,
non arrivo più in là del 1890, e fu precisamente
nel Maggio (prendi nota del mese) quando avendo letto un numero
della fu Enigmofilia che si stampava a Napoli e che comprai per
aiutare il quotidiano sonnellino, vidi che quel Giornale pubblicava
tanti bei giuochi... Ne volli
mandare anch’io tre o quattro, nascondendomi sotto il pseudonimo
di Giggì Enigmofilo. Nella Posta mi
fu risposto che tutto stava bene, ma che alla Direzione
era necessario farsi conoscere, proprio come mi scrisse per la
prima volta Tolosani, allora per |
me
mito temuto, oggi amico carissimo, ricevendo nel ’92 de’ lavori nascosti sotto
il pseudo di Ugo di Angieri.(1) Svelai
il mio vero nome, e da quel giorno vennero pubblicati diversi miei
aborti: non debbo per questo,
però, esser meno grato al Direttore della Enigmofilia che
ebbe la cortesia di pubblicarli, forse per non uccidere un coraggio
nascente. L' Enigmofilia cessò di stamparsi nel Febbraio
del '91, e io rimasi necessariamente senza ospitalità. Quando
un giorno (oh ! giorno memorando !) mi vedo recapitare, elegante,
roseo e civettuolo, un numero della Diana d'Alteno: Chi
era questa signora? Chi me la presentava? Perché a me ?
Perché mi
conosceva? Questa spiegazione, allora senza risposta, mi venne
poi data dall' amico Tolosani che leggendo tra i Collaboratori
dell''Enigmofilia il mio riverito nome, pensò che anch'
io dovevo essere uno del partito, facilmente un abbonabile, e mi
mandò il Giornale. Questo avveniva nel Settembre del '93
e nel N° 6 di quell'anno trovai stampato il primo lavoro «Amar
che a nullo amato» con tanto di firma Ugone di Soana, sostituito
all'antico e miserino Giggì. Da quel tempo a oggi, la Diana fu meco cortese di ospitalità magnifica, e i Lettori di
indulgenza infinita, perché, tirando le somme, ho visti
pubblicati fino ad oggi (Dio mio! qual somma di peccati !) nientemeno
che 83 giuochi, e se Dio mi mantiene l'inchiostro nel calamaio,
e un po' di fosforo nel cervello, non mi vo' fermar qui. La bontà del
Direttore, mi volle poi innalzare all'ufficio onorevole di Redattore,
che oggi disimpegno come posso, ma ch'è una fatica da...
— Zitto! amico, — interruppi io — non dirmi
chi sei, perché ti conosco da un pezzo, e chetati, perché mi
pare che tu esca dal seminato: a me basta quello che tu hai detto...
— Ti basta?!... non ti pare anche troppo, o troppo poco?
— Lascialo dire o pensare a Bajardo , ai Colleghi, ai lettori della Diana,
tutti molto buoni con te!...
E lasciai Ugone a liticare cogli ultimi
resti del suo sigaro toscano, mentre la luna si perdeva dietro
la malinconica collina di Monte
Oliveto
Corsi poi a raccontar tutto, con queste righe,
al Direttore e agli amici. Però, in conclusione, l'avete
capito, voi, come divenne Enigmista.... cioè Enigmografo,
Brigliadoro ?
Io no: di già, credo, che
non lo sappia, con precisione, nemmeno lui!
Aprile 1897.
Avv. GUIDO GARINEI.
(1) V. Diana, Anno III, N° 5, Posta N. d. A. |