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La sezione BEI contiene materiale prodotto direttamente dalla B.E.I., mentre le sezioni denominate Cose, Persone e Avvenimenti, riportano Storie tratte dal materiale custodito nella biblioteca.

Per ogni appunto, osservazione, o richiesta contattare Pippo

Avv. GUIDO GARINEI

Conoscete voi, tutti, Lettori e Abbonati egregi della Diana, quel tal Brigliadoro che spesso si fa anche chiamare Ugone di Soana (quando fa la persona seria) o Ugo Di Angieri, ma che però rimane sempre.... lo stesso?

Io lo conosco bene e lo conosco da un pezzo, perché dovete sapere che facemmo amicizia 33 anni or sono, qua a Firenze, e si può dire che non ci lasciamo un momento: i suoi gusti sono i miei, abbiamo comuni le abitudini, eguali i pochi pregi, egualissimi i molti difetti: insomma formiamo come una persona sola, tantoché giurerei che quando l'umile sottoscritto anderà a babboriveggioli, anche Ugone e compagnia bella dovranno, per inveterata abitudine, seguirlo all'altro mondo.

Ecco perché Bajardo, quando volle sapere vita e miracoli.... enigmistici di Brigliadoro si rivolse a me per informazioni esatte: però li per lì, sembrerà strano ma è vero, io non seppi che rispondergli perché era quello un punto oscuro, nebuloso e incerto della vita del mio amico indivisibile, ma promisi al signor Tolosani di dargli le informazioni desiderate, il giorno dopo, e così fu.

La sera stessa, andando a pranzo, come al solito con Ugone, lo guardavo in quel suo muso nero e vedevo che mangiava beatamente... quanto me, una buona bistecca sanguinolenta: non ebbi coraggio d'interrompergli il pasto cruento con dimande estranee al desinare, e attesi l'ora del chilo. E il momento fu bene scelto, perché è quello appunto in cui Brigliadoro si sbottona più volentieri; lo presi a braccetto, e colla scusa di fumare all'aria libera il «rotoletto bruno e ben tornito» che in prosa chiamasi : un toscano, lo condussi a passeggiare pe' Lungarni.

Era un bel lume di luna: sembravamo (Dio ci scampi e liberi!) due sposini di fresco, o due innamorati: arrivando sotto un lampione semispento, mi fermai, lo guardai negli occhiali che formano parte integrante del suo viso e gli dissi a bruciapelo : — Amico, come e quando ti trasformasti da semplico mortale in Enigmista?... — Come divenni Enigmista?! - mi rispose coll' aria d' uom che sogna... — Appunto! — Anzi tutto, — egli riprese — sono, io, Enigmista? — Cioè?! — Voglio dire che questo titolo lo credo troppo azzardato per le mie virtù edipee, e se ti piace, ti dirò piuttosto come divenni Enigmografo. — Ma... — Niente ma: dammi un fiammifero, perché a sigaro spento le idee mi si abbuiano, e poi ascoltami. —

E riacceso l'eterno toscano, cominciò cosi:

— Enigmista è colui, secondo me, che sa unire alla completa conoscenza della meccanica de' giuochi, derivata in gran parte da lunga pratica, la padronanza assoluta del verso e della rima: ecco perché de' veri Enigmisti ce ne sono pochi. Enigmografo sarò io che scrivo, forse troppo, d'enigmi, usando od abusando di una certa facilità di verso, e dimenticandomi, poeticamente egoista, che forse, mentre mi diverto, annoio chi mi legge. Enigmofilo si nasce quasi sempre, o si diviene quasi subito alla prima scintilla che dà fuoco all'incendio, e io lo sono, come molti altri, senza dubbio, non per partito preso, ma per naturale inclinazione, perché amo sinceramente questa utile arte geniale, pur troppo e spesso confusa con un divertimento da bimbi. Per dirti, dunque, come da Enigmofilo divenni Enigmografo, per quanto mi ricordi, non arrivo più in là del 1890, e fu precisamente nel Maggio (prendi nota del mese) quando avendo letto un numero della fu Enigmofilia che si stampava a Napoli e che comprai per aiutare il quotidiano sonnellino, vidi che quel Giornale pubblicava tanti bei giuochi... Ne volli mandare anch’io tre o quattro, nascondendomi sotto il pseudonimo di Giggì Enigmofilo. Nella Posta mi fu risposto che tutto stava bene, ma che alla Direzione era necessario farsi conoscere, proprio come mi scrisse per la prima volta Tolosani, allora per

me mito temuto, oggi amico carissimo, ricevendo nel ’92 de’ lavori nascosti sotto il pseudo di Ugo di Angieri.(1) Svelai il mio vero nome, e da quel giorno vennero pubblicati diversi miei aborti: non debbo per questo, però, esser meno grato al Direttore della Enigmofilia che ebbe la cortesia di pubblicarli, forse per non uccidere un coraggio nascente. L' Enigmofilia cessò di stamparsi nel Febbraio del '91, e io rimasi necessariamente senza ospitalità. Quando un giorno (oh ! giorno memorando !) mi vedo recapitare, elegante, roseo e civettuolo, un numero della Diana d'Alteno: Chi era questa signora? Chi me la presentava? Perché a me ? Perché mi conosceva? Questa spiegazione, allora senza risposta, mi venne poi data dall' amico Tolosani che leggendo tra i Collaboratori dell''Enigmofilia il mio riverito nome, pensò che anch' io dovevo essere uno del partito, facilmente un abbonabile, e mi mandò il Giornale. Questo avveniva nel Settembre del '93 e nel N° 6 di quell'anno trovai stampato il primo lavoro «Amar che a nullo amato» con tanto di firma Ugone di Soana, sostituito all'antico e miserino Giggì. Da quel tempo a oggi, la Diana fu meco cortese di ospitalità magnifica, e i Lettori di indulgenza infinita, perché, tirando le somme, ho visti pubblicati fino ad oggi (Dio mio! qual somma di peccati !) nientemeno che 83 giuochi, e se Dio mi mantiene l'inchiostro nel calamaio, e un po' di fosforo nel cervello, non mi vo' fermar qui. La bontà del Direttore, mi volle poi innalzare all'ufficio onorevole di Redattore, che oggi disimpegno come posso, ma ch'è una fatica da...

— Zitto! amico, — interruppi io — non dirmi chi sei, perché ti conosco da un pezzo, e chetati, perché mi pare che tu esca dal seminato: a me basta quello che tu hai detto...

— Ti basta?!... non ti pare anche troppo, o troppo poco?

— Lascialo dire o pensare a Bajardo , ai Colleghi, ai lettori della Diana, tutti molto buoni con te!...

E lasciai Ugone a liticare cogli ultimi resti del suo sigaro toscano, mentre la luna si perdeva dietro la malinconica collina di Monte Oliveto

Corsi poi a raccontar tutto, con queste righe, al Direttore e agli amici. Però, in conclusione, l'avete capito, voi, come divenne Enigmista.... cioè Enigmografo, Brigliadoro ?

Io no: di già, credo, che non lo sappia, con precisione, nemmeno lui!

Aprile 1897.
Avv. GUIDO GARINEI.

BEI: Biblioteca Enigmistica Italiana

La Biblioteca Enigmistica Italiana è un punto di riferimento per tutti gli amanti dell'enigmistica: ha sede a Modena e Pippo (Giuseppe Riva) è il suo instancabile e preciso curatore. Allo stesso Pippo è dovuta la selezione di tutto il materiale che troverete in queste pagine.

 

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