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10° Giro d'Italia in anagrammi – Regolamento

 

  1. Penombra e Il Canto della Sfinge, con la collaborazione di Pippo come direttore di gara, organizzano nel 2010 il 10° Giro d'Italia in anagrammi in cinque tappe con partenza a febbraio, aprile, giugno, agosto e novembre; per ogni tappa verrà proposta una frase da anagrammare collegata a una città, regione o zona d'Italia.
  2. Ogni concorrente potrà partecipare inviando al massimo due frasi per tappa, per posta a Pippo (Giuseppe Riva - Viale Taormina 17.c, 41049 Sassuolo MO), o compilando l'apposito form, entro il termine indicato ogni volta. La gara è aperta a tutti.
  3. Alle frasi, ribattute e anonime, due giudici che saranno resi noti a fine gara assegneranno un voto in trentesimi; pur senza imporre vincoli, il direttore di gara ha invitato i giudici a tener conto dei seguenti elementi: senso continuativo; attinenza al soggetto; minimo numero di parole; assenza di gruppi di lettere ripetuti; impeccabilità del linguaggio; scorrevolezza; originalità; afflato poetico.
  4. Il miglior voto medio di ogni concorrente darà la classifica di tappa; quella generale risulterà sommando questi voti e scartando, dopo ogni tappa, il peggior risultato di ognuno; per eventuali spareggi si useranno le seconde frasi. Premi:
  5. "Penombra" mette a disposizione targhe ai vincitori di tappa e ai primi tre della classifica finale; abbonamenti in posta elettronica a "Penombra" ai primi tre non abbonati (vincitori o meno).

Cos'è una frase anagrammata continuativa...

Partendo dalla frase data, che può essere tipicamente un proverbio, un brano di una poesia, una frase fatta, o anche un nome, bisogna anagrammarne tutte le lettere in modo da formarne un'altra che, nel significato e, possibilmente, anche nella sintassi, sia una continuazione della prima.


Esempi


"La tragedia di Paolo e Francesca... dolce ora infedel pagata sì cara" (Ser Viligelmo).
"Nota per le sue terme è San Giuliano... un paesino gentile, eremo salutare" (Muscletone).
"La regina dell'Adriatico compie cent'anni... e mille ancor ne goda tra incanti, lidi, pace!" (Magopide).

 

I canoni estetici su cui viene valutata una frase anagrammata possono essere riassunti in un articolo di Fjodoro apparso su "Penombra" nel luglio 1978, in cui, tra l'altro, diceva:

 

"[...] Sono considerati pregi di una frase anagrammata il senso continuativo e l'attinenza al soggetto (pregi specifici); l'esser formata da poche parole e senza ripetizione di gruppi di lettere già contenuti nella frase madre (pregi strutturali); l'impeccabilità del linguaggio esente da pleonasmi, forzature, troncature, improprietà ecc. e la scorrevolezza (pregi linguistici) ed infine i pregi artistici che si possono riassumere
nella originalità e nell'afflato poetico [...]
".