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Bardo

Snoopy
Isolina          
                 

Dall'argomento Rebus Descritti, ampiamente documentato in questo Sito, sia con un'introduzione di jumborex, sia poi con la saporita replica di Tiberino, nasce la discussione se forse "Non possa trattarsi di un gioco nuovo, diverso dai Rebus!"

Questo è il pensiero al proposito di Snoopy, Enrico Parodi, esperto di Enigmistica Classica da oltre trent'anni.

Il rebus descritto non può considerarsi una novità in quanto – vedasi l’articolo di Tiberino – è presente da decenni in classica dove talora ha presentato qualche velleità poetica.

A parte l’incongruenza nomenclaturale (il rebus per sua natura deve essere illustrato) facilmente ovviabile cambiandogli nome, ci si è serviti di tale formula in questi casi:

  1. comodità dell’autore per l’immediata divulgazione del gioco,
  2. difficoltà di reperire un disegnatore,
  3. possibilità che il disegnatore non esprima appieno il senso del gioco rendendolo comprensibile,
  4. facilità di pubblicazione su Internet,
  5. supposta impossibilità di illustrazione.

Tutti questi elementi (e altri ce ne saranno) non sono sufficienti a differenziare – nella sua essenza – il rebus descritto da quello tradizionale. L’innovazione potrebbe venire invece dal verbis, per la capacità di tale gioco ad aprirsi a trovate inusuali come l’uso di tutte le persone verbali, all’intervento dei protagonisti delle scene in forma attiva, alla descrizione e all’interpretazione di particolari situazioni o stati d’animo o altro.

Tali strade sono già state percorse in parte dal rebus classico, con la sola eccezione dell’uso della prima o seconda persona singolare (anche se qualche strappo alla regola si è visto) che viene per consuetudine e regola vietato. Un bravo disegnatore difficilmente si arrende di fronte a un gioco da illustrare, quindi anche in questo caso entriamo nel campo della praticità. Un passo avanti è stato fatto dal rebus classico con l’introduzione del fumetto (personaggi che parlano), metodo peraltro poco sfruttato e di cui sono da tempo propugnatore: tale escamotage può realizzare graficamente grandissima parte di ciò che al momento si intende per verbis.

Quest’ultimo tipo di gioco, quindi, dovrebbe avere delle prerogative assolutamente specifiche e uniche: non dovrebbe cioè potersi realizzare in alcun modo in forma grafica. Dovrebbe cioè funzionare come un rebus cinematografico la cui descrizione dettagliata sarebbe assimilabile al copione.

In definitiva sia aperta la strada al verbis ma non mi pare accettabile includere sotto tale denominazione giochi che per comodità o praticità non si vuole far illustrare o che si presume non possano essere illustrati. L’argomento peraltro è molto stimolante e potrebbe anche diventare tema di discussione al prossimo Convegno ARI di Firenze.

Snoopy

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