Il verbis nasce
come evoluzione del rebus descritto e, potenzialmente apre
la strada ad una ricca e originale produzione.
Il rebus descritto – nell’accezione
utilizzata sul Forum di Ænigmatica, dove sono reperibili
notevoli e divertenti esempi – non è altro che un
rebus in cui la vignetta (supporto iconografico) è sostituita
dalla descrizione della stessa.
La tradizione di raccontare i
rebus è sempre esistita, sia per la necessità di
trasmissione orale tra gli enigmisti, sia – talvolta – per
l’esigenza di fornire una sceneggiatura al disegnatore.
La netta affermazione sul Forum di
questo tipo di esposizione del rebus nasce evidentemente dalle
difficoltà – temporali, economiche o tecniche – ad
avere disponibile il disegno.
Sotto la denominazione di verbis si
includono tutta una serie di giochi che, pur mantenendo le caratteristiche
tecniche del rebus (la scena suggerisce una chiave che tramite
una diversa lettura/cesura origina una frase risolutiva), possono
sfruttare ‘chiavi’ altrimenti non utilizzabili tramite
il classico ‘rebus’ (come, ad esempio, verbi coniugati
alla prima e seconda persona, sensazioni particolari, concetti
astratti, ecc.).
Niente vieterebbe, se la comunità enigmistica
fosse concorde, di ridenominare verbis anche i giochi
che oggi vengono chiamati rebus descritti.
È opportuno inoltre precisare
che il verbis si differenzia dalle ‘crittografie a frase’ e
dalle ‘tellografie’, oltre che per la lunghezza dell’esposto,
per la possibilità di utilizzare lettere integrative, così come
accade con i grafemi dei rebus illustrati.
Precisando che il ‘verbis’ è un
neonato e quindi assumerà proprie solide regole… crescendo
(quindi con l’uso), possiamo già tracciare alcune
linee guida per gli autori, che servono anche da ‘garanzia’ per
il solutore:
Verbis: gioco enigmistico appartenente alla categoria
dei giochi con doppia lettura in soluzione il cui esposto consiste
nella descrizione di una scena, statica o dinamica, che suggerisce
una chiave da cui, tramite una diversa spezzettatura, si ottiene
una frase il cui numero di parole e lettere viene indicato da
un diagramma numerico.
- Al pari degli altri giochi con doppia lettura in soluzione
(crittografie e rebus), parole della chiave non possono essere
etimologicamente parenti di quelle della frase risolutiva (cosiddetto
divieto di equipollenza o d’identità etimologica);
- Parole utilizzate per la descrizione non possono essere etimologicamente
parenti di quelle utilizzate per la chiave; inoltre è consigliato
di evitare preposizioni, articoli, negazioni, ausiliari, ecc.
presenti nella chiave;
- Il tempo verbale da utilizzare in chiave deve essere chiaramente
desumibile dalla descrizione;
- È preferibile che in chiave non vi siano più di
tre lettere esposte consecutive (come accade per i rebus illustrati);
- La frase finale deve essere plausibile, ragionevole e riconoscibile;
Ecco qualche esempio di verbis,
che sicuramente toglierà eventuali dubbi e perplessità.
1) Verbis: 1 4: 1
6! = 5 1’6 (Cinocina)
La tua amica P sta
andanosene! Che cosa aspetti, D, a levare il chiavistello?
Soluzione: P esce: D àprile! =
pesce d’aprile
2) Verbis: 6 8 3
= 3 7 1'6 (Alois)
Siamo nel miglior negozio di coltelli
della città spagnola famosa per le sue lame. Il proprietario è uscito,
e la moglie riceve l'amante tra pugnali, fioretti, scimitarre,
sciabole e machete. Mentre la scena si fa oscena, il nostro voyeurismo
viene ostacolato dalla comparsa dai grafemi NAS.
Soluzione: tresca toledana NAS = tre scatole
d’ananas
3) Verbis: 2 4, 4,
4 = 5 9 (Caxio)
Eccomi che sto portando a casa gli acquisti appena
fatti: due pezze di cotone, un cornetto Algida e due simpatici
gattini.
Soluzione: ho tele, cono, mici = hotel economici.
4) Verbis: 1 1 3
1 6 = 3 4 5 (Caxio)
Sia Lentini (U) che Sordo (N) hanno
giocato nelle vostre fila, care Torino e Milan (S)!
Soluzione: U N ali S aveste = una lisa veste
© 2004, Bardo
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