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Cronache e giochi dai Congressi Enigmistici.

La sezione BEI contiene materiale prodotto direttamente dalla B.E.I., mentre le sezioni denominate Cose, Persone e Avvenimenti, riportano Storie tratte dal materiale custodito nella biblioteca.

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XVIII CONGRESSO ENIMMISTICO

Banchetto nobilissimo, signorile, che compendiava l'immane fatica del Duca Borso, rimasto con un fil di voce a forza di dare ordini a Gian Capoccio, faticone della compagnia. La tavola d'onore è deserta. Daniello, che doveva dare il buon esempio, come l'ombrello del Valletto, si era rifugiato in un canto. Gerardo, presidente, un bell’uomo decorativo, era in ritardo. Il Duca Borso nervosissimo, sudava, fece spenger le lampade e si restò tutti in penombra benché mancasse l'amico Cameo, infreddato! «Ma non ti fa caldo a te?» mi dice lì Duca! Veramente io non sento che la fame e mi assido in faccia al simpatico Fidentino che, per rifar la pace sul vi e sul vu, mi recita il suo spazzolino da denti !... Lo diceva quell'omino che vendeva i funghi : Son più porci i vecchi che i giovani!

Finalmente arriva il Presidente con una faccia di corcontento da metter di buonumore qualunque cristiano che avesse visto magari la biennale di Venezia. Accanto a lui trascinano il vecchio Chiomato, e la pentarchia d'onore resta così composta : Gerardo di Bornel con a destra il Duca Borso e Bajardo; a sinistra il Chiomato e il Valletto che per l'afonia del Duca legge i lavori del Concorso Daniello, illustrandoli nei loro pregi con sincero amore ed efficacia. Peccato che non siano stati letti altri esempi, almeno in parte. Bice del Balzo, II Corsaro Nero e Spada di Sparta si eran pur presentati tanto bene; ma di questa meravigliosa prova parleremo diffusamente quando saran note le spiegazioni.

La consegna delle medaglie e dei ricchi premi fu fatta con grandi manifestazioni di giubilo che aprirono la via alla più intensa commozione. Parlò Gerardo per ringraziare i convenuti, eppoi Daniello per esaltare l'opera del Duca Borso, più morto che vivo, accennando per raffinata cavalleria anche e provocando così un'esplosione di battimani perché Bajardo parlasse, come se fosse stato possibile esprimere a parole quello che egli provava in quei momenti... coreografci!

«Grazie, amici, che avete voluto render solenne con la vostra presenza il ritrovo dedicato a Livorno e così bene assolto dall’Ing. Aldo Santi, un gentiluomo perfetto che onora col pensiero e coll’azione il nostro modesto campo. Se quando vi riunirete un altr’anno io fossi andato a rincalzar cavoli, ricordatevi che fra i franchi muratori del castello edipeo c'ero anch'io e la mia cazzuola fece i migliori proseliti e a quasi tutti fui guida amorevole perché il frivolo passatempo divenisse studio profìcuo ed arte per la ginnastica dell'intelletto assai più italiana della ginnastica dei piedi!

«L'Italia non si fece grande con le partite di calcio! Dante o Boccaccio, Galileo o Macchiavelli, Tiziano o Botticelli, Bramante o Brunellesco, Finiguerra o Cellini ararono un solco profondo schiettamente italico che la storia di tutti i secoli arricchisce di gloria. Questi gli artefici che senza correre e volando solo col pensiero, salveranno con le opere lasciate in retaggio il nostro buon nome dalla corrente ridicola del cosidetto novecentismo, contro il quale hanno avuto recentemente parole roventi vari deputati in Parlamen-to invocando, fra gli applausi dell'assemblea, il ritorno alle antiche tradizioni. L'on. Farinacci disse con estre-ma violenza all'on. Oppo : II novecen tismo non è arte, è bottega e l'on. Giunta per rincarar la dose esclamò : «Ricordatevi della stazione di Firenze e ver-gognatevi!» (Seduta del 26 Maggio). Questo risveglio è indice salutare, ma i tanto l'on. Maraini accorda pareti intere a cotesti mattacchioni, ogni avviso murale è un enimma inesplicabile e si continua a fabbricare palazzi di cartone con iscrizioni a lettere cieche perché nessuno capisca nulla come in un'Enimmistica trascendentale! E siccome tutti i salmi fini-scono in gloria riprendiamo il filo della... pappatoria !»

Che bella riunione... coreografica! Mangian tutti come grandi. Della vecchia guardia c'è Nembrod per la Settimana e per la Domenica del Corriere, il buon Fioretto che sta fischiettando una storiella sulla pace con Marino. Capitan Puccino con le tasche piene… di sciarade. Bajamonte per la Sera del vecchio Secolo. Il Moro con parecchi peli tinti di bianco, come diceva Albus di cara e lontana memoria. Vedo Rossana rappresentante degno dell'eterno femminino. Gigò con Alcor gloria dei Tiberini. Zaleuco anche per Dedalo, due nomi che sono due puri astri del nostro piccolo cielo: il gran Petronio pel Burlamacca e fra i grandi il gigante Lucio Frigio (m. 2,10 se non è cresciuto in questi giorni!) che mi ricorda come a Livorno ci fecero pagar di più la camera perché non entrava nel letto! Can della Scala, vecchio agente delle imposte che fa i suoi studi sul valore delle medaglie d'oro e dei ricchis-simi premj. Il Prence di Blaja, che tra un boccone e l’altro declama il suo entusiasmo per l'epoca presente. Ministro Saverio, che pende un po' da una parte avendo in tasca le bozze dell’ultimo centone penombrino. Garisendo e Ser Jacopo per la Torre degli Asinelli, che sventola il tovagliuolo della vittoria. Bice del Balzo, nero come un calabrone riflette alla sua sconfitta per Daniello, nonostante abbia vinto la prima prova del Campionato d'Italia.

Fra i giovan il giovanissimo Favolino grande come la sua modestia, anche durante il banchetto scrisse un paio di giuochi per un giornale del Paraguay. C'è Nello dell'Illustrazione Italiana, un ignorante che trova indigesto il Pannocchieschi appiccicatogli da me. Ci sono i frati Ristoro e Giocondo che mi ricordano i versi di Neri: «Poveri frati avvezzi a non far niente, Chi sa quanti ne stianta dal dolore!...» Né manca il mefistofelico Corsaro Nero, raggiante per aver sobillato il Chiomato e aver così scatenato tutto il putiferio nel mondo edipeo. Di questa canagliata se ne vanta e posa con me all'obiettivo d'Irneria per la soddisfazione di avere un complice. E la lista potrebbe continuare, ma lascio di completarla al Duca Borso per L'Arte.

Bajardo

Continua...
BEI: Biblioteca Enigmistica Italiana

La Biblioteca Enigmistica Italiana è un punto di riferimento per tutti gli amanti dell'enigmistica: ha sede a Modena e Pippo (Giuseppe Riva) è il suo instancabile e preciso curatore. Allo stesso Pippo è dovuta la selezione di tutto il materiale che troverete in queste pagine.

 

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