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La sezione Interviste è curata da jumborex. Per richieste, o commenti inviategli una email.

Ed eccoci all'inizio di un nuovo viaggio. Lo facciamo in compagnia di Isolina, la vulcanica Isabella che è tra i fondatori e propulsori del Canto della Sfinge. E lo facciamo volentieri perchè ci piace viaggiare e perchè questo sarà un viaggio particolare. Tra le dieci città che Isabella ha scelto per rappresentare se stessa, siano esse visitate veramente, siano esse città vere o città immaginarie. Siete pronti? Allacciate le cinture e lasciatevi trasportare dalla nostra navigatrice..."

1. Torino

Ci sono tante Torino. C’è quella buia e magica che ci riporta la tradizione e che ci descrive Eco nel “Pendolo di Foucault”. C’è quella ricca e un pò maligna dei libri di Fruttero&Lucentini. C’è quella elegante e regale che si presenta al visitatore che esce da Porta Nuova. Tu quale scegli?

Quella che mi ricordo io, e mai più ritrovata, vista con gli occhi di una bambina: la mia immagine mentale di Torino ha i contorni della maestra d'asilo, che si allargano fino a diventare viali. Com'è adesso non lo so più. E del Pendolo di Foucault mi ricordo solo i templari. Forse è meglio salire sul tram. Ci sono ancora i tram? Quella sopraelevata prima non c'era. Avevo paura di quel buco, sul muro del balcone. Paura di caderci dentro, come Alice, ma in fondo al tunnel non c'era il paese delle meraviglie, c'era un bidone della spazzatura. Eravamo noi gli emigranti?
Ma perché nessuno sa dov'è Via Carossio? C'era la latteria, e il panificio. E la lattaia e la fornaia avevano tutte la stessa faccia: quella della maestra d'asilo.

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2. Taranto

Una città storica, un passato lontanissimo, importante bastione del mondo greco. Eppure oggi è il brutto anatroccolo della Puglia, lontanissima dai circuiti turistici. Pensi a Taranto e ti vengono in mente il porto militare e le acciaierie. Tu dove ci porti per farci cambiare idea?

Ti porto sul lungomare della città vecchia, quando scaricano i pescherecci e l'odore di salmastro è così forte. A te dà fastidio? Io apro sempre il finestrino, anche d'inverno: non me lo voglio perdere quell'odore. E le voci dei pescatori. Come quelle del mercato. Senti? Sembra una canzone. Ma stasera ti faccio vedere la cosa più bella: le luci riflesse nel mare, che si moltiplicano e vestono a festa la città. In questa visione quasi accetti che l'italsider (no.... ILVA) ne faccia parte. E ti dimentichi lo squallore, dei vicoli e della noia. Fuori della città, ci sono quelle case bianche scolpite nella gravina. Ricordano certi pomeriggi d'estate, caldi e silenziosi.
Ma tutto questo non basta per i turisti. E sai che ti dico? Meglio così: c'è già abbastanza cemento (abusivo) sulle spiagge per farci anche dei bagni stile romagnolo.

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3. Genova

Dai vicoli di Taranto a quelli di Genova, il più grande centro storico medievale d’Europa. Una città che in questi anni sta trovando una sua identità e un suo equilibrio tra una storia di emigrazione e un presente di immigrazione. Recentemente ci sei stata per visitare il grande Acquario. Cosa ti ha colpito?

Proprio i vicoli. Così simili a quelli di Taranto, ma così vivi. Dai, ce li giriamo tutti a piedi? Ma guarda i fiori! Ah, già: siamo in Liguria.
Più sono stretti, i vicoli, e più mi piacciono. Qui non ho paura. Ma fin dove si arriva? Si torna al mare da qui? Anche l'odore del mare è lo stesso. Forse qui ci vivrei. C'è tanta gente che cammina: sembrano tutti indaffarati. I portici però a Taranto non ci sono.
E le sopraelevate...... stanno diventando un incubo. Devo tornarci, non ho visto quasi niente. Questa città è tutta da respirare.

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4. Abruzzo

Dopo tre città ora ci prendiamo una pausa e andiamo a ossigenarci nelle montagne dell’Abruzzo. Il ricordo va naturalmente agli antichi pastori transumanti di D’Annunzio e ai moderni Pennosi transumanti in giro per il mondo. Raccontaci il motivo per cui hai scelto di ospitarci nei verdi paesini d’Abruzzo.

Qui i paesaggi sembrano tutti dei quadri e i paesini dei merletti. In uno di questi paesi troverai un po' del mio dolore (ma questa è un'altra storia).
Il posto più bello è Campotosto, un lago in montagna, poche case, un albergo (per fortuna). Non ci arrivi per caso, a meno che non sbagli strada. Guarda, il lago ha dei colori irreali. E di notte, non lo sai, il cielo è così basso che le stelle sembra di toccarle. Attento, i cavalli attraversano la strada. Come dei fantasmi. Loro sono liberi.

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5. Bretagna

E ora facciamo un bel salto all’estero. Aereo o, se preferisci, un bel viaggio notturno in treno. E ci svegliamo in Bretagna. Se ripenso a quando ci sono stato io mi vengono in mente le coste altissime con il mare laggiù in fondo, la musica delle orchestre di Quimper, le cittadine sull’acqua, i fari. E a te che cosa viene in mente?

La mia Bretagna è diversa dalla tua. Non ha il mare, ma tanti boschi e campi e colline e fiumi. E' fatta di cave di granito, dove mio nonno ha consumato le sue forze. Di dolmen, di menhir e villaggi celtici. La musica si, è la stessa. Ti porto a ballare l'andro: una catena umana che per ore si snoda battendo a ritmo gli zoccoli sul pavimento, di legno. La danza ti trascina, non ti fermeresti mai... Se vuoi, al mare ci andiamo. Chilometri di spiaggia liberata dalla bassa marea, da percorrere, da correre... ma è troppo lontano, il mare.

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6. Parigi

Se sei in Bretagna non puoi farti mancare un salto a Parigi, una delle città più belle del mondo, della quale è stato detto tutto. Ci porterai come promesso nei cimiteri storici della capitale francese? E ci farai cominciare con “Le fleurs du mal” di Baudelaire o con “Light my fire” di Morrison?

"Dolore del mio dolore! La vita se la mangia il tempo..."
Il cimitero di Montparnasse, dove c'è la tomba di Baudelaire, è un posto tranquillo, adatto ai pensieri e a far riposare i tormenti. Al Père Lachaise no: ci si va con le chitarre. Parigi l'ho vista tutta, più volte: non ti delude mai. Sempre nuova, sempre con qualcosa da raccontare. Sei stanco? Fermiamoci qui, nella piazza del Beaubourg. Ci sediamo e guardiamo i giocolieri, i mimi. Guardiamo la gente. Poi col metrò andiamo alla Défense, ma non ti porto alla Grande Arche: ci facciamo quattro piani di Auchan.

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7. Berlino

Una città di confine tra due mondi fino a pochi anni fa, la Samarcanda del secondo millennio. E oggi una metropoli allegra e caotica, riuscita nell’impresa apparentemente impossibile di riprendersi la capitale. Hai scelto come settima tappa Berlino. Compreremo un pezzo di muro?

Niente pezzi di muro. La Berlino che ho in mente io è quella di Christiane F.: è uno zoo. La maledizione, il degrado, il tormento. I monumenti sono palazzoni e i ritrovi le stazioni. I sentimenti ti trascinano verso il fondo, ma non devi aver paura. Siamo solo spettatori. La mia vita non è quella di Christiane, ma sento le sue emozioni, i suoi pensieri. Sulle strade che lei ha percorso cerchiamo la sua negazione della vita.
Alla fine, di nascosto, ti metterò in tasca un pezzetto di muro.

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8. Bologna

Grassa, dotta, per me provinciale Parigi in minore, come dice Guccini. E così appare a chi la vede da fuori, bella, elegante, un posto ideale per viverci. Poi si leggono i giornali e ne emerge il ritratto di una città un pò soffocata da se stessa. Tu che ci sei vicina che ci racconti di Bologna?

A Bologna ci ho vissuto due anni, fondamentali: l'avevo scelta ed era mia. In autobus vai dappertutto, tranne che sulla Torre degli Asinelli (Vuoi andarci? Dai, ti aspetto qui). E anche qui tante stradine, tanti angoli di mondo, e occhi sui canali nascosti. Bologna ride sempre. E canta, con Beppe Maniglia. Se sei qui di passaggio devi comprare una cassetta di Beppe Maniglia (ti prometto che non lo dico a nessuno). Invece che ai Giardini Margherita, ti porto al Parco dei Noci. Sulle rive del Reno, a pochi metri da quella che era casa mia.

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9. Modena

Siamo quasi arrivati a casa. Provincia emiliana, buon mangiare, gente tranquilla, viva la Ferrari. Questi sono i luoghi comuni che tutti si aspettano. Ma da te che ci vivi vogliamo sapere qualcosa di più di Modena, quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?

A Modena ci sono arrivata per amore, e ho messo radici. Finalmente. Ma sempre con Bologna nel cuore. Piccola e provinciale (leggi pettegola), in un quarto d'ora di macchina ci giri intorno. Vitale quanto basta. Verdissima. Ha un grosso difetto: ha le montagne e non il mare. La neve non è il mio elemento. Non mi piace sciare perché ho paura della discesa. Però sei al centro del mondo: tutti i posti sono vicini. Anche Bologna, quando ho voglia di respirare.
Sei goloso? Ti faccio assaggiare le fragole con l'aceto balsamico. Ti stupiranno.

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10. Aenigmatica

Ora siamo davvero arrivati. Nella nostra città virtuale, fatta di tanta gente che si incrocia nei threads come nelle strade delle città, sbracciandosi a salutare quando vedono dall’altra parte un amico o accennando un educato buongiorno ai semplici conoscenti. Ma che ha di tanto speciale questa Aenigmatica?

L'approdo. E un nuovo punto di partenza. Di speciale ci siamo io, te e tutti gli altri. E' come sedersi sul muretto, quando eravamo ragazzini. Ognuno racconta qualcosa, oppure semplicemente ascolta. Per qualcuno l'enigmistica è solo una scusa, per me no. E' l'anello di congiunzione, è la linfa.
Si diffonde nelle stanze come la polvere: difficile da togliere. Chi non la sopporta, ci convive. Oppure se ne va.

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